Ormai manca poco all’arrivo della nuova app Immuni voluta per il tracciamento del contagio del Covid-19.
L’app che verrà impiegata nella fase 2 (come disposto dall'ordinanza del commissario per l'emergenza Domenico Arcuri) verrà prodotta dalla Bending Spoons spa, sarà open source e gratuita, verrà rilasciata verso la fine di maggio e utilizzerà un sistema decentralizzato (protocollo DP-3T, tecnologia proposta da Google e Apple, cosi da scongiurare eventuali malfunzionamenti) che avrà il compito di immagazzinare sullo smartphone la lista dei contatti (anonimizzati e crittografati) delle persone con cui l’utilizzatore è venuto in contatto. Gli identificativi – che cambieranno periodicamente – saranno privi di qualsiasi informazione che possa far risalire all’identità dell’utente.
Sarà uno strumento utile a contenere il contagio tutelando al massimo la privacy, infatti non verrà utilizzata la geolocalizzazione, non accederà alla rubrica, non invierà SMS, non chiederà il numero di telefono all'utente, i dati raccolti saranno anonimi e verranno utilizzati esclusivamente per finalità sanitarie (oltre che statistici o di ricerca scientifica). Lo scopo è quello di contribuire con i dati alle strategie anti-coronavirus, cioè isolare i nuovi casi e tentare di arginare la diffusione di un virus. Al primo utilizzo sarai informato su tutto quanto riguarda il funzionamento dell'app appena installata, le opzioni a propria disposizione e la gestione dei dati personali. Si prevede che i dati relativi al tracciamento degli utenti saranno cancellati entro il 31 dicembre 2020, data che fa presuppore sia considerata dal Ministero della Salute come la deadline che dovrebbe porre fine all’emergenza nazionale.
L'app, definita di contact tracing (processo sanitario applicato in presenza di malattie altamente infettive atto a identificare e rintracciare i soggetti venuti in contatto con un infetto), registrerà la vicinanza di circa 1-2 metri (come quella che dovrebbe intercorrere tra le persone che seguono le norme da distanziamento sociale) tra cellulari che possiedono entrambi l'app, in caso contrario perderà di utilità, "speriamo in una massiccia adesione volontaria dei cittadini - ha sottolineato Arcuri - speriamo possano sopportare e supportare il sistema di tracciamento dei contatti, che ci servirà a capitalizzare l'esperienza della fase precedente ed evitare che il contagio si possa replicare".
Non sarà obbligatoria, ma fortemente consigliata, perché per avere un impatto importante l’app dovrà essere scaricata ed utilizzata (mantenendo la connessione Bluetooth attiva) da almeno il 60% della popolazione. Come anticipato, la tecnologia utilizzata sarà il Bluetooth Low Energy (rispetto al Bluetooth "classico" ha un consumo energetico e un costo notevolmente ridotto, mantenendo un intervallo di comunicazione simile), potrà essere installata su smartphone con sistema operativo android o ios (momentaneamente sembra escluso Windows Phone, KaiOS e Huawei Mobile Services) e avrà il diario clinico, una sezione che contiene informazioni rilevanti del paziente: sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci (verrà costantemente aggiornato in presenza del Covid-19 con sintomi, stato di salute e terapie).
Il suo funzionamento è basato sulla presenza della app in ogni smartphone, appena viene attivata, crea un registro contatti in cui vengono archiviati i dispositivi con il quale siamo entrati in contatto, la distanza e per quanto tempo. Qualora il soggetto risulti positivo a seguito di un test, l’operatore medico autorizzato dal cittadino positivo, attraverso l’identificativo anonimo dello stesso, invia richiesta al server (piattaforma istituita dal Ministero della Salute), viene calcolato il “rischio” contagio in base alla vicinanza e durata del contatto (se due cellulari arrivano alla distanza minima, allora vuol dire che le due persone sono state troppo vicine e a rischio virus), quindi invia un input/messaggio di alert per informare tutti quegli utenti identificati in modo anonimo che sono entrati in contatto con lui.